EVENTI >>> - 2015 - sabato 12 dicembre 2015: Fascismo e Massoneria


L’assassinio dell’on. Matteotti sanciva, qualora ce ne fosse bisogno, il carattere violento del Fascismo.
Le forze democratiche reagivano ritirandosi sull’Aventino, mentre nel Paese si sviluppavano tendenze rivoluzionarie da parte di gruppi come “Italia Libera” e “Patria e Libertà”, in cui ritroviamo socialisti, anarchici e comunisti, quest’ultimi infiltrati tra i sovversivi da Carlo Farini, nel sostegno dei connazionali all’estero, raggruppati nelle Avanguardie garibaldine.
Forte dappertutto la presenza massonica, da Pacciardi a Misuri, da Mario Angeloni ad Alfredo Morea, da Bencivenga al gen. Capello, da Peppino Garibaldi a Tito Zaniboni. Direttamente coinvolta, secondo alcune fonti, anche l’Istituzione, a cominciare dallo stesso G∴M∴Domizio Torrigiani.
Difficoltà organizzative e l’amore per la legalità, Giovanni Amendola sperò fino all’ultimo in un intervento della Corona, frenarono gli slanci, allungando i tempi e spingendo l’on. Zaniboni ad agire per conto proprio.
Il Colonnello fu arrestato il 4 novembre 1825 in un albergo romano, mentre si apprestava ad attentare alla vita del Duce, che si sarebbe affacciato a Palazzo Ghigi per celebrare l’Anniversario della Vittoria.
L’attentato venne abilmente sfruttato dalla propaganda di Regime, per far passare in second’ordine l’assassinio di Matteotti e liquidare definitivamente la Massoneria, cui notoriamente appartenevano lo Zaniboni e il gen. Capello, arrestato a Torino coll’accusa di essere coinvolto nell’attentato. Il loro processo si trasformava così in un processo alla Massoneria.
La promulgazione delle Leggi Speciali portarono alla chiusura in Italia delle Logge, perquisizioni e arresti, anche in Umbria e soprattutto a Terni, prigionie e confino politico colpirono gli oppositori, spingendo all’esilio più o meno volontario parecchi antifascisti, tra cui tanti Fratelli, che all’estero continuarono la loro lotta contro il Regime e risollevarono le sorti del Grand’Oriente d’Italia.
 
Associazione Culturale "Giuseppe Petroni"
con il patrocinio di:
Comune di Terni
Provincia di Terni
Collegio MM∴VV∴ dell’Umbria
 
sabato 12 dicembre - ore 10.30
Palazzo Gazzoli - sala Rossa
 
Programma
 
ore 10.30
Saluto delle Autorità
 
Sergio Bellezza - Cultore di Storia locale, Dal delitto Matteotti all’attentato Zaniboni. L’affare Capello e il processo alla Massoneria
 
Santi Fedele - G∴M∴Aggiunto. Prof. Ordinario di Storia contemporanea Università di Messina, Le leggi speciali. La persecuzione e l’esilio. La rinascita all’estero del Grande Oriente
 
Conclusioni
Dott. Santino Rizzo, Presidente Corte Centrale G.O.I. 
 

La Massoneria ai tempi del Fascismo. Convegno a Terni con il Gran Maestro aggiunto Santi Fedele

Massoneria e Fascismo. Questo il tema dell’incontro che si è tenuto sabato 12 dicembre a Terni, nella sala Rossa Palazzo Gazzoli, organizzato dall’Associazione “Giuseppe Petroni” con il patrocino del Comune  e della Provincia. Ad aprire il dibattito è stato Sergio Bellezza, studioso di storia locale, che ha tenuto un interessante e approfondito intervento su quel particolare momento della nostra storia che segnò l’inarrestabile ascesa di Benito Mussolini. Tutto ebbe inizio con l’uccisione del parlamentare socialista Giacomo Matteotti, rapito e assassinato da una squadra di camicie nere  il 10 giugno del 1924 all’indomani del suo discorso in parlamento nel  quale aveva denunciato i brogli alle elezioni di aprile. Gli avversari politici del governo scelsero l’Aventino, ma nel paese si costituirono movimenti e gruppi, ai quali facevano capo comunisti, socialisti e anarchici, pronti all’azione. Anche la Massoneria si mobilitò. E contro di essa cominciarono le prime violente persecuzioni, che andarono sempre più inasprendosi fino a raggiungere l’acme dopo l’attentato sventato contro Mussolini il 4 novembre del 1925 e per il quale vennero arrestati  Tito Zaniboni e il generale Luigi Capello. Dai rapporti della polizia emerse che entrambi avevano avuto nelle settimane precedenti al giorno in cui avrebbe dovuto aver luogo l’attentato  stretti contatti con la Massoneria, in particolare quella  ternana, che finì nel mirino delle feroce reazione fascista. Quell’episodio fu anche l’ultimo pretesto per il nascente regime per dar corso al giro di vite finale contro la Massoneria: il 22 novembre 1925 venne appovata la legge che ne decretava la fine e  il Gran Maestro Domizio Torrigiani fu costretto a firmare l’ordine di scioglimento di tutte le logge in Italia che continuò ad operare dall’estero attraverso i tanti Fratelli in esilio. Nella sua relazione Santi Fedele, Gran Maestro Aggiunto e professore ordinario di storia contemporanea all’università di Messina ha invece spiegato il modo in cui il regime attraverso l’entrata in vigore tra il 1925 e il 1926 delle leggi speciali soppresse ogni libertà e ha raccontato la rinascita all’estero del Grande Oriente. Le conclusioni sono state affidate a Santino Rizzo, presidente della Corte centrale del Grande Oriente d’Italia.

In Rassegna Stampa:

Corriere dell’Umbria•La massoneria e le persecuzioni del fascismo Convegno dell’associazione Petroni al Gazzoli


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