EVENTI >>> - XX GIUGNO 1859 - 2019


Quest’anno, cade il 160° anniversario degli "Eccidi di Perugia" che il XX giugno 1859 videro la città messa a ferro e fuoco dalle truppe mercenarie del Papa e vanamente difesa da una manipolo di pochi valorosi perugini armati solo di tanto spirito patriottico.
 
La nostra Istituzione, attenta da sempre a celebrare questa data, la sera del 19 giugno, alle ore 21.30 ci vedrà riuniti presso la Casa massonica di Perugia - corso Cavour, 97 per ricordare la celebrazione del centenario del 1959.

Successivamente, alle 23.30, la Celebrazione si sposterà al Monumento ai Caduti con i labari di tutte le Logge umbre per deporre una corona di alloro.
 
Discorso del Presidente del Collegio Luca Nicola Castiglione:
 
"Autorità, Signore, Signori, Fratelli carissimi, oggi ci riuniamo di nuovo ai piedi di questo monumento per ricordare coloro che non esitarono a sacrificare la propria vita per la libertà.
 
La libertà della Città di Perugia e della nostra intera regione. È ormai una tradizione ben consolidata che noi liberi muratori del Grande Oriente d'Italia ci si  riunisca in questo luogo intorno a mezzanotte, vale a dire nel cuore della notte. È una delle notti più brevi dell’intero anno solare e fra poche ore la luce comparirà all’orizzonte.
 
Credo che questa eterna lotta tra luce e tenebre abbia ispirato lo scultore Giuseppe Frenguelli nella progettazione del nostro monumento. Infatti, il suo punto più alto è una fiamma. La fiamma dell’eterna memoria, ma anche la fiamma che – pur rimanendo invisibile al buio – rischiara le tenebre interiori di ogni essere umano.
 
Molti intellettuali del passato hanno identificato la fiamma di luce con l’opera di educazione. Vorrei ricordare qui il Fratello Guglielmo Migliocchi, la cui memoria abbiamo onorato in occasione del sessantesimo anniversario della sua morte.  Nel suo percorso esistenziale di massone e uomo politico, la sua professione di maestro, di educatore,  ebbe il ruolo fondamentale.
 
L’educazione non è altro che l’accompagnamento di un essere umano nella sua ricerca della verità. Infatti, il significato del titolo di maestro nell’ambito profano non è distante dal suo significato nell’ambito esoterico. Vorrei ricordare a questo proposito le parole di uno dei più grandi maestri dell’umanità, Gotthold Ephraim Lessing, il cui nome biblico tradisce il fatto che fosse figlio di un pastore protestante: Non la verità di cui ci si crede in possesso, ma il sincero sforzo per giungervi determina il valore dell'individuo; (…) l'illusione del possesso della verità rende pigri e presuntuosi; solo la ricerca ci tiene desti ed insonni.
 
Sempre più spesso ho l’impressione che la pigrizia e la presunzione si diffondano a macchia d’olio nella nostra società. Sono due vizi che limitano assai la libertà interiore e portano inevitabilmente verso nuove schiavitù, individuali e collettive.
 
Viviamo, infatti, in un’epoca del grande paradosso. Siamo nel pieno della quarta rivoluzione industriale, quella digitale, e la velocità del progresso scientifico e tecnologico non ha paragoni nella storia dell’umanità. Nell’arco di un quarto di secolo siamo passati da un personal computer lento e ingombrante, da un telefono cellulare con poche essenziali funzioni, a delle eleganti, sottili, leggere tavolette le cui possibilità di calcolo e di reperimento istantaneo di ogni informazione superano migliaia di volte i più avanzati computer che usavamo negli anni Novanta del secolo scorso. Ma non solo questo è il progresso; oggi sempre più spesso sentiamo parlare di una Intelligenza Artificiale.
Non si tratta di fantascienza. Molti dei sistemi di comando, detti “smart”, che troviamo nelle automobili dell’ultima generazione o, semplicemente, nelle nostre case ci sorprendono per la loro capacità di interpretare i comandi e quindi anche i bisogni dell’utente.  La digitalizzazione e l'intelligenza artificiale non impattano solo sulle tecnologie, ma rivoluzionano anche il modo di lavorare, portando sulla scena inedite questioni di gestione del personale e di diritto del lavoro. Oramai è frequente l'adozione di ausili automatizzati, i cosidetti algoritmi, nelle fasi di selezione e valutazione dei candidati alla assunzione  e nella valutazione e gestione dei dipendenti.
Il software di Amazon, ad esempio, che nello stabilimento di Baltimora tracciava e raccoglieva dati circa la produttività dei dipendenti, ha deciso di licenziarne 300 che erano sotto gli standard minimi impostati. L'algoritmo ha, di fatto, agito come Direttore del Personale licenziando i dipendenti meno performanti in termini di produttività senza alcuna valutazione aggiuntiva.
Nei nuovi contratti del c.d.  “Smart Working” avanza una nuova richiesta di Diritto da parte dei lavoratori, il Diritto alla Disconnessione.
La sfida è tuttavia ben oltre quell’aspetto molto pratico. Dan Brown, lo scrittore statunitense, capace di creare grandi provocazioni intellettuali, usando i mezzi della cultura popolare (ricordiamo il suo successo planetario Il Codice Da Vinci) ipotizza nel suo romanzo Origin (pubblicato nel 2017) l’esistenza di un super computer di nome Winston che sembra un essere umano, anzi quasi divino, capace di modificare costantemente la realtà intorno ai protagonisti del romanzo e di dialogare con loro attraverso diversi congegni elettronici con l’affabilità di un uomo dotato di grande educazione e di estrema gentilezza. Solo alla fine del romanzo i protagonisti scoprono che il loro amico e protettore era in realtà una sofisticata macchina dotata di una potentissima intelligenza artificiale.
Si tratta indubbiamente di una sfida che anche noi massoni dobbiamo cogliere per non arrivare impreparati all’appuntamento con “un futuro che sta già varcando la soglia del presente”.
 
Credo che confrontarci con questi argomenti sia anche un modo per rompere la solitudine che è una delle piaghe più gravi nella nostra società della comunicazione globale e istantanea.
 
In un mondo che rischia di essere composto di “Solitudini Interconnesse” esiste il rischio concreto di pericoli gravi per la nostra libertà. Tanto più gravi da quelli del passato, perché tali pericoli oggi sono subdoli e quasi invisibili.
 
Ricordando oggi coloro che 160 anni fa hanno combattuto senza tregua per la libertà dalla tirannide, che si sono sacrificati per un’Italia unita e indipendente, dobbiamo abbracciarci – realmente, non virtualmente - e guardare avanti, nella speranza di trovare persone di buona volontà che condividano i nostri ideali di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, per lavorare – anche, e forse soprattutto,  fuori dei nostri templi massonici – al Bene e al Progresso dell’Umanità."

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