I Riti - Simbolico


II Rito Simbolico Italiano è forma rituale puramente nazionale della Massoneria ricondotta alle sue fonti.

Esso è nato nel 1859, ad opera della R. Loggia Ausonia di Torino che diede vita al Gr. Oriente Italiano, al fine precipuo di determinare la nascita di un Ordine Massonico regolare e sovrano, e quindi sottratto al dominio o all'ingerenza di qualsiasi potenza massonica straniera.

La legittimità universale massonica esige la netta separazione fra le Logge simboliche e i Riti, cui aderiscono eventualmente quei Fratelli insigniti del grado di Maestro che siano alla ricerca di nuove e diverse esperienze iniziatiche.

Il Gr. Maestro Domizio Torrigiani, presago delle necessità di una solidarietà internazionale che purtroppo non conseguì, fu quello che per primo propose e ottenne una netta separazione fra Ordine e Riti.

Nell'ultimo trentennio del 1800 quindi, e nel primo ventennio del 1900, fu il Rito Simbolico Italiano con le sue Logge ad apportare il proprio contributo fondamentale alla costituzione del nuovo Grande Oriente d'Italia che a partire dal 1874 riunì in un'unica famiglia le Logge di Rito Simbolico Italiano e quelle di Rito Scozzese, mantenendo l'equilibrio nella Comunione Massonica in Italia.

Fu così reso possibile quell'adeguamento agli ordinamenti massonici universali che consentì alla Massoneria Italiana di fronteggiare, in posizione di regolarità internazionale, la tempesta del fascismo, e che permise (pur se in modo limitato) la continuità della solidarietà dei Fratelli stranieri, specie nei singoli casi.

Va anche segnalato, come episodio storico degno di menzione, che il Presidente del Rito Simbolico Italiano del tempo, il Gr. Maestro Aggiunto Giuseppe Meoni, nel periodo della persecuzione fascista, fu il solo a non sciogliere il Rito e a non liberare dall'obbedienza i Fratelli Simbolici, consentendo la continuità della tradizione regolare della Massoneria Italiana, risorta dopo la caduta del regime fascista.

All'indomani della riconquistata libertà, la Massoneria Italiana, con le Costituzioni del 1949, sanzionò la separazione completa fra Ordine e Riti, assegnando la direzione dell'Ordine Massonico e la sua rappresentanza in campo profano alla Gran Loggia.

Ai Riti invece, giustamente riguardati come scuole di perfezionamento del pensiero massonico senza limitazione alcuna e che sono indipendenti e sovrani, si consentì l'accesso ai soli Maestri Liberi Muratori attivi e quotizzanti di ogni Officina del Grande Oriente d'Italia, secondo la loro libera scelta. Fu anche stabilito che le Camere dei Riti hanno il potere, secondo la loro rispettiva competenza, di trattare ogni questione che venga loro sottoposta, a beneficio dell'intera Comunione massonica.

Il principio del RITO SIMBOLICO ITALIANO, secondo la sua ormai secolare tradizione, che è anche quella tradizionale della Massoneria Universale, riafferma che la perfezione iniziatica risiede nel grado di Maestro dell'Arte. Il mito di Hiram appare ai Fratelli Simbolici talmente profondo da costituire il fine dell'Adepto, e nello stesso tempo da servire di base alla meditazione e all'approfondimento iniziatico del Fratello Maestro.

I Simbolici ritengono che il vero iniziato non sia quello cui occorrono gradi e poteri per manifestare le sue capacità, ma quegli che, rimuovendo e pulendo la pietra grezza prima, e levigando più ancora la pietra squadrata del proprio Io, si affida con umiltà alla propria esperienza, all'Amore, e alla scienza che le sue forze gli consentono di acquisire, per cooperare ai lavori collettivi che fanno di un insieme di singoli iniziati una egregoro di Fratelli tesi ai lavori Massonici.

I Fratelli Simbolici ricordano che, alla domanda del profano sulla sua appartenenza alla Massoneria, il Libero Muratore in possesso dell'Arte non sa rispondere affermativamente, ma può solo dire: "i miei Fratelli mi ritengono tale". Del pari sembra loro che il vero iniziato non possa vantarsi o valersi nella sua coscienza d'un brevetto o d'un'insegna che decori il suo petto, ma debba piuttosto affidarsi al giudizio dei Fratelli, e soprattutto di quelli che, diversamente provveduti, più sentono la superiorità del suo spirito nell'eguaglianza di appartenenza alla stessa Famiglia, in piena parità di diritti riconosciuti, ad ogni Maestro, in forza della comune e suprema iniziazione.

Si aggiunga a tale matura e meditata riflessione anche la convinzione delle mutate condizioni sociali di questo nostro tempo, schivo di pompa esteriore, in cui una Umanità tesa al livellamento esteriore debba essere spinta invece a un affinamento delle doti di spirito del singolo; e anche questa convinzione decide per l'ammissione del postulante al Rito Simbolico Italiano.

Il Rito Simbolico Italiano, per quanto attiene particolarmente alla sua struttura e al suo metodo, fondava e fonda il proprio ordinamento sui seguenti Principi essenziali:

  1. II Grado di Maestro presume il raggiungimento della Perfezione Massonica;
  2. La Sovranità Massonica risiede esclusivamente nel popolo dei Maestri Liberi Muratori;
  3. Gli uffici rituali sono tutti elettivi e temporanei.

Le basi dell'esoterismo del Rito Simbolico Italiano sono contenute nei "Cinque Punti della Fratellanza dei Liberi Muratori" che, proclamati dall'Assemblea di Torino del Grande Oriente Italiano del 26 Dicembre 1861 - 1 Gennaio 1862, fanno parte integrante dei principi attinenti alla concezione del Rito stesso.

Il Rito Simbolico Italiano offre, per mezzo dei Cinque Punti, dei Principi Essenziali e del proprio Statuto, al Maestro Architetto - che ne ha la capacità e la volontà - la possibilità di una Via iniziatica che lo conduca a svelare a se stesso il "segreto" massonico. Uno dei Cinque Punti della Fratellanza, il secondo, recita testualmente: "La Libera Muratoria [...] ha per massime fondamentali: conosci te stesso - ama il prossimo tuo come te stesso . Esso propugna la Libertà di Coscienza e il Libero Esame, e perciò richiede da tutti i suoi adepti il rispetto delle opinioni altrui, e vieta loro ogni discussione che possa turbare il lavoro e l'armonia delle Logge, le quali debbono essere un Centro permanente di Unione Fraterna fra persone buone, leali e probe, un Legame Segreto fra tutti coloro che sono animati da sincero amore per il Vero, il Bello ed il Buono".

 Tali massime, la prima delle quali si fa risalire addirittura alla Scuola di Crotone fondata da Pitagora, dimostrano come il Rito Simbolico Italiano, riallacciandosi alle più antiche tradizioni iniziatiche italiche, propugna un esoterismo attivamente fondato sulla centralità dell'Uomo.

Il Maestro Muratore che desidera essere ammesso al Rito è tenuto a dichiarare di non dover obbedienza a qualsiasi altro Rito, e a proporre domanda al Collegio dei Maestri Architetti del suo Oriente o dell'Oriente più vicino. Per partecipare alla più stretta famiglia del Rito Simbolico, è sufficiente che il candidato prometta, sulla sua parola, di seguire le direttive del Rito (e vedremo come gli saranno impartite) e di non aderire nel futuro ad altri Riti, se non previe dimissioni dal Rito Simbolico Italiano.

Il negare ai suoi Adepti l'adesione ad altri Riti è una peculiarità del Rito Simbolico Italiano. Le ragioni sono essenzialmente due:

> La prima ragione risiede nella caratteristica del Rito Simbolico Italiano che, come si è visto, non riconosce altre iniziazioni superiori a quella del terzo grado massonico. Infatti, il tempo, se non ha falcidiato talune tradizioni che meritano di essere mantenute, ha per di fatto superato alcune nozioni che una volta erano alla base della iniziazione. La terra, l'acqua, l'aria, ed il fuoco sono ormai simboli riconosciuti della unità della forza creatrice e non più elementi primordiali o semplici, su cui costruire una scienza moderna, degna di questo nome. Del pari alla filosofia illuministica e razionalistica, o a qualsiasi altra filosofia, si sono aggiunti molti altri metodi di scienza speculativa che rivoluzionano tutte le conoscenze di un tempo; e allo stesso modo in cui la ricerca scientifica è tesa alla scoperta di nuovi mondi, appaiono anche i prodromi di ricerca di una dimensione umana fra lo spirituale ed il fisico, che deve essere esplorata senza limitazioni di sistemi o scuole. I concetti di materialismo o spiritualismo non sono più, anche essi, due modi antitetici di vedere il mondo; e quindi ben si comprende come, in una libera palestra spirituale quale vuole essere il Rito Simbolico, non si possa accettare la regola, e forse la remora, di un qualsiasi sistema.

> La seconda ragione della negata contemporanea appartenenza ad altri Riti risiede nel fatto che nessuno acquista una preminenza di grado di influenza maggiore degli altri Fratelli. Lo stesso Presidente del Rito non saprebbe impartire direttive o disposizioni che non gli siano state dettate dai MM.AA. tutti, attraverso i loro organi rappresentativi. Allo scadere del suo mandato, egli ritorna fra le colonne del suo Collegio, alla pari di ogni Fratello Simbolico; né gli spetta nemmeno la distinzione del seggio all'Oriente del Tempio.

Tutte le cariche sono dunque elettive e temporanee, da quelle di dignitario del Collegio a quella di rappresentante della Loggia Regionale o nella Gran Loggia e a quella di Gran Dignitario e Ser.mo Presidente. Il risultato che le cariche stesse non sono ambite, ma sono imposte dalla volontà degli elettori, secundum lucem, ai più disponibili, perché tutti e ciascuno ne sono parimenti degni.

Al Collegio dei Maestri Architetti di un Oriente appartengono i Fratelli Maestri provenienti da ogni Loggia della Comunione, conformemente a quanto previsto dallo Statuto e dal Regolamento. Alla Loggia Regionale appartengono i rappresentanti dei singoli Collegi della Regione; alla Serenissima Gran Loggia Nazionale i rappresentanti sia dei Collegi che delle Logge Regionali. Il cardine del Rito è costituito dunque dal Collegio dei Maestri Architetti di ogni Oriente, mentre alle altre Camere spettano compiti di mera armonizzazione e collegamento: nei casi sia necessaria una presa di posizione collettiva, anche in materia di modifiche statutarie, la decisione spetta alla Gran Loggia, e a questa solamente.

È ormai prassi costante del Rito che a qualsiasi Loggia Regionale ed alla Gran Loggia possano e debbano presenziare tutti i Fratelli Simbolici, i quali hanno diritto ad interloquire, se lo credono, anche senza possibilità di espressione di voto, che spetta solo ai legittimati secondo Statuto. Tale essendo la struttura e lo spirito, il Rito Simbolico Italiano è riuscito fino ad oggi, nella sua ormai lunga storia, a evitare quei dissidi e quei personalismi che alcune volte hanno rattristato il corpo massonico del nostro Paese, e a essere una concreta e compatta forza al servizio della Comunione dei Liberi Muratori, che non persegue altri interessi se non quelli del fedele rispetto della tradizione del Grande Oriente d'Italia, e che trae il suo vigore non dal numero, ma dalla selezione accurata e quindi dalla qualità dei suoi adepti.

I " Cinque punti della Fratellanza" dei Liberi Muratori proclamati dall'Assemblea di Torino sono i seguenti:

  1. La Società dei Liberi Muratori è un'unione di Uomini Liberi e di buoni costumi, affratellati da sentimenti di mutua stima ed amicizia; diretti da principi velati da Simboli ed illustrati da Allegorie. Gli insegnamenti di questi principi e l'educazione particolare che ne scaturisce, vengono compiuti nelle Logge con lo studio degli Emblemi, delle Tradizioni e con la pratica delle Cerimonie proprie dell'Arte Reale.
  2. La Libera Muratoria riconosce e venera un Essere Supremo sotto il nome di Grande Architetto dell'Universo; ha per massime fondamentali: Conosci te stesso; Ama il prossimo tuo come te stesso. Essa propugna la Libertà di coscienza e il Libero Esame, e perciò richiede a tutti i suoi Adepti il rispetto delle opinioni altrui, e vieta loro ogni discussione che possa turbare il lavoro e l'armonia delle Logge, le quali debbono essere un centro permanente di Unione Fraterna tra persone buone, leali e probe, un Legame fra tutti coloro che sono animati da sincero amore per il Vero, il Bello ed il Buono.
  3. La Libera Muratoria ha per scopo il perfezionamento morale dell'Umanità e per mezzo la diffusione e la pratica di una vera Filantropia; l'elevazione morale, intellettuale e materiale di tutti gli uomini ai quali Essa aspira di estendere i legami d'Amore e di Solidarietà fraterni che uniscono tutti i Liberi Muratori sulla superficie della Terra.
     Il Libero Muratore ha per divisa: Fa agli altri ciò che vorresti da altri fosse fatto a te.
     Tenendo in più gran conto i valori morali, la Libera Muratoria non ammette privilegi di classi sociali e onora il Lavoro in tutte le sue forme; riconosce in ogni Uomo il diritto di esercitare senza ostacoli e senza restrizioni le facoltà sue purché non violi quelle degli altri, e sia in armonia coi supremi interessi della Patria e dell'Umanità.
    Essa crede che i Doveri ed i Diritti debbano essere uniformi per tutti, affinché nessuno si sottragga all'azione della Legge che li definisce; e che ogni Uomo debba partecipare, in ragione del proprio lavoro, al godimento dei prodotti, risultato di tutte le forze sociali poste in attività.
  4. La Libera Muratoria non riconosce alcun limite alla ricerca del Vero e al Progresso Umano; essa ritiene che i sistemi etici, filosofici e politici non siano che delle manifestazioni e dei metodi differenti, ma pur concorrenti ad uno stesso fine, della Legge Universale che presiede in tutte le sfere dell'esistenza. Perciò s'interdice ogni politica d'azione esterna effettuata da Essa come corpo, ma lascia ai suoi Adepti ampia libertà d'azione nel mondo profano, secondo la loro coscienza, sul terreno religioso, filosofico e politico senza dare loro alcuna parola d'ordine.
  5. Le Logge sono i luoghi particolari dove si riuniscono i Liberi Muratori e nei quali essi apprendono ad amare ed a servire la Patria l'esercizio della loro Arte, che l'arte della vita; ed a pensare, a volere ed a vivere come Uomini completamente formati e padroni di se, nello spirito della Patria e dell'Umanità. Risvegliare e fortificare questo spirito, contribuisce con esso a perfezionare l'Umanità nella persona di ogni Fratello, preparare e sostenere gli Uomini nella loro ascensione, tale è lo scopo dei lavori delle Logge.

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